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ERNESTO GENNARO SOLFERINO

REALE NON REALE

La poetica di Ernesto Gennaro Solferino, si sviluppa - a partire da un’analisi della natura e della realtà che ci circonda nel suo quotidiano evolversi e manifestarsi – per poi rivelarsi in maniera personale e autonoma. Non è una semplice rappresentazione, quella dell’artista, non una mimesi oggettiva, bensì uno spunto, un punto di partenza ideale, una radice figurativa che diventa simbolo ed allegoria. Così il soggetto rappresentato muta e si trasforma in mezzo di comunicazione, poesia che tratta dei sentimenti e delle emozioni. Grafia che va ricondotta nell'ambito delle passioni. Immaginazione  romantica elaborata attraverso regole e intelletto, spontaneità e libertà creativa come capacità di realizzare l'opera secondo il proprio naturale gusto estetico.  I soggetti rappresentati dall’artista sono legati a diverse sfere della natura, dalla manifestazione e dal significato vario  e complesso. Così come dice nella sua analisi Giulio Carlo Argan : «...Una cosa certamente si può dire: che le opere create da Solferino descrivono una civiltà intrisa di immagini prodotte da tecniche tradizionali artigianali. Infatti Solferino propone temi di giornaliera funzione ed ogni tela è una soluzione interpretativa lucida, perfettamente sostitutiva dell’immagine reale...»; ogni tela di Ernesto Gennaro Solferino è  un risultato identificabile in un rimedio o in una conclusione, o nel superamento di ideali stilistici tradizionali a favore di una modernità al passo con i tempi.

Francesco Antonelli

ASSENZE

Francesco Antonelli, fotografo analitico, è attento osservatore della realtà e di ciò che nasconde dietro la sua forma apparente. La fotografia è una forma di arte visiva, ogni scatto, imprime ed esprime un pezzo di vita. La macchina fotografica è un mezzo.  Francesco Antonelli fissa attraverso l’obiettivo della macchina fotografica idee, emozioni, sensazioni ,dettate dal momento, dalle esperienze. Esprime sentimenti, ma anche visioni e sensazioni di una realtà negativa o positiva fatta di degrado e inquietudine, solitudine di una società contemporanea protesa verso un futuro incerto, socialmente e soprattutto, moralmente. Ricerca espressiva e comunicativa, indagine e analisi di sé, alla scoperta del proprio io e della propria traccia nel mondo, ma anche della natura - con i suoi frutti e piante -  che viene letta in chiave personale come l'espressione del mondo sensibile, di cui l'uomo è una parte, una  manifestazione. Nelle fotografie di Francesco Antonelli c’è un ritorno al passato  che si traduce in un tuffo nel presente e  nella spiritualità delle cose, pur se disanimate. Le  foto dell’artista esprimono il bisogno d’ incontrarsi con la natura, la necessità di un rapporto da cucire.  Francesco Antonelli  riprende il concetto  rinascimentale di naturae mortuus, ossia l'ineluttabilità della morte, l'impossibilità dell'uomo di sfuggire al declino. L'essere umano vive in funzione di un infinito processo di miglioramento e di evoluzione e crescita dello spirito  e del corpo, sempre in perenne tensione verso un ideale di  perfezione da raggiungere a tutti i costi. La fotografia – nel caso di Francesco Antonelli- è il medium congeniale ad  esplicare una  poetica  piuttosto complessa ed articolata, piena di contraddizioni evidenti e stridenti che mostrano una personalità dilaniata dal dubbio e dall’ incertezza, ma soprattutto statica e dinamica allo stesso tempo ed in continua e costante evoluzione ed involuzione.

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